Per quanto la sua più corposa produzione letteraria sia rivolta ad una poesia civile, in lingua e in dialetto, improntata a temi forti e di denuncia, i racconti contenuti in questa raccolta postuma, molti dei quali già pubblicati singolarmente, costituiscono delle divagazioni in cui la capacità di osservazione dell’autore e la sua vena creativa si fondono per restituirci, come per incanto, quadri di vita siciliana, dove l’ironia che lo caratterizza emerge prepotentemente. Esplorare l’anima siciliana in tutta la sua fecondità è stato un impegno che l’autore ha perseguito fin dalle sue prime pubblicazioni in dialetto. Angelo Meli nella prefazione scrive: “…tra le favole di Esopo e la cronaca di Leonardo Sciascia, ecco trentacinque racconti su vizi e virtù del popolo siciliano… languido, indolente, lagnuso, accomodante, ma sempre pronto a impugnare lu marrùggiu per difendere l’onore suo e dei suoi vicini”.