Scrive Piero Vassallo nella Prefazione:
“Roberto G. Trapani della Petina è autentico poeta, autentico creatore civile: in quanto rivela che l’illecito è fonte della corruzione che angustia e avvilisce la nostra vita quotidiana.
Il poeta predica la superficialità, la deformità, la lontananza dall’essere, la povertà del male. Denuncia la debolezza e l’inumanità del male per esaltare e far trionfare la speranza che ha fondamento nella parte eminente della realtà. Il poeta annuncia che la sola morte è la ribellione, il disordine, la sfida alla legge divina. Non maledice la realtà ma il tentativo di allontanare l’uomo dalla realtà e dalla vera vita. Così riassume la parabola della decadenza moderna: La miscredenza compendia odio, corruzione, rancore e blasfemità / L’uomo è sfuggito dal supremo valore, dalla grazia / dalla somma Verità / adesso giace nel fango generato dalle sue povere / umane impurità.
Il male, il fango non sono creature divine ma ferite che deturpano la creazione”.